La produzione artistica di Manfredi si sviluppa dall’adolescenza in molti passaggi e suggestioni
acquisite osservando l’uomo e l’ambiente, lavorando sulla mimesi, per poi lasciare spazio all’astrazione ed al concetto, senza abbandonare mai il legame con la tecnica e la materia nell’attuale ricerca che si dirama in più serie contraddistinte da un titolo chiave di lettura, è evidente la presenza di elementi di rinnovamento formale e tecnico e la volontà di un percorso che contraddistingue l’artista in sperimentazioni chimiche come le opere in fusione ottenute non in fonderia ma attraverso reazioni esotermiche che raggiungono le temperature della roccia magmatica apprese dallo studio degli armamenti antichi, o a tecniche di elettrodeposizione di metalli o corrosioni. Stilisticamente troviamo elementi provengono dalle forme materiche dello spazio avanguardistico e dalle ricerche strutturali del secondo novecento. Come per le sculture mentali di A.Pevsner, composte da soli tre materiali comuni (metallo, plastica trasparente e pietra), le opere dell’artista spezzino vivono con pochi, ma indispensabili materiali tradizionali ( marmo bianco e marmo portoro ), che spesso si fondono in volumi di materia più o meno innovativa come la vetroresina e la fibra di carbonio. La grande esperienza, la conoscenza dei materiali e la spiccata immaginazione gli permettono di accedere ad un mondo difficile, quello contemporaneo, e di farsi strada nel mondo invisibile della fisica dove la tensione e l’energia racchiusa nella materia stanno alla base della stabilità stilistica della scultura stessa. La volontà primaria è creare, tramandare attraverso le arti e sostare nel mondo, dove la libera espansione, senza forzature, si contrappone all’indagine filosofica, politica ed etica. La ricerca dell’artista non comprende soltanto il volume tridimensionale e le opere bidimensionali materiche ( affreschi, olio e acrilico su tela ), bensì racchiude anche la necessità di esprimersi nei vari formati. Così come accade per le opere di scultura contemporanea di altri artisti, le opere di Manfredi sconfinano - anche per il passaggio di scala - nel campo dell'installazione ( In magnis et voluisse sat est. del 2009 ) e nelle grandi opere pubbliche ( In memoriam Leonardo Umile nel comune di Aulla o la Scalinata del Comune di Podenzana del 2006 ), per ricondurci a traiettorie e nuove, inusuali dimensioni site specific. Manfredi oltre lavorare, specialmente con la serie “Projection” sulla tematica dell’energia umana, vicina alla “Teoria della Scultura” di Beuys dove si affronta il concetto della natura dinamica di ogni aspetto della realtà, in cui ogni cosa passa dallo stato di caos a uno di forma, dal disordine all’ordine passando per il processo intermedio del movimento dell’attività energetica. Nella serie Installazioni, possiamo trovare una critica di cronaca, che dal titolo chiave di lettura, conduce alla lettura ironica dell’opera, come in “Carota e Bastone” sui basamenti di fronte a palazzo Ducale a Genova, o “Spremuta” per Energiexpo a Sarzana, o la più volte esposta “Inseminazione”.