Antonio Taschini
Figlio d’arte, il padre è architetto, pittore, ebanista, vive una spiccata atmosfera artistica sin da piccolo, che gli offre una cultura creativa multiforme .I suoi studi accademici sono principalmente indirizzati alla musica, in particolare al canto lirico, che diventa la sua professione.
Nello stesso tempo conduce una ricerca espressiva parallela che va oltre la sfera musicale, includendo parole, segni, colori, materia, elementi diversi di un unico mondo interiore. Sperimenta tecniche e materiali come acrilici, chine, pastelli. Impara la tecnica dell’icona, seguendo gli insegnamenti di Marco Nani, maestro e amico, così come da lui appresi nei monasteri ortodossi. Approfondisce gli studi di disegno e pittura con Franca Bernardi , artista e insegnante dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Per giungere infine alla ceramica, punto centrale del suo lavoro, grazie all’incontro con il ceramista Oriano Zampieri e agli approfondimenti con la ceramista catalana Maria Gelabert.
Non ha mai abbandonato il disegno su carta che continua a rappresentare un importante esigenza espressiva.
Attualmente la ricerca plastica si sta orientando ad utilizzare insieme alla ceramica, altri materiali come il rame ed il ferro, nella struttura e nella composizione.
HA collaborando con l’azienda Caffè Circi, per la quale ha studiato una linea di tazzine da caffè “CIVITAZ”, pezzi unici pensati come tazzine scultura, presentate per la prima volta alla Fiera internazionale del caffè Rimini, giugno 2014.
Ha esposto a Roma, dove collabora con Ars Imago Dei, Archè e Lentarte ,Micro Arti Visive, MUEF, AFcasadesign, Ipazia Immagine e Pensiero. A Genova e Milano; a Pisa( Chiesa della Spina), Viterbo( Piccola Pinacoteca Comunale) e Pietrasanta(Sala delle Grasce)Formello Palazzo Chigi, in mostre istituzionali sotto l’egida degli assessorati alla cultura ;a Bibbiena con Expart Gallery, a Benevento e Capri, al MARTE di Cava dei Tirreni, al Palazzo Baronale di Calcata.
Attualmente in mostra fino a Febbraio 2019 al Museo Archeologico di Vicenza.
Collabora a Milano con Independent Artists, ad Avellino con Maninarte e Bhumi Ceramica.
FA parte dell’Associazione Ipazia Immagine e Pensiero.
Ha partecipato ad importanti premi e rassegne come Termoli 2013, Biennale Keramikos 2010, 2014 e 2018, Massenzio 2010, ArgamArte 2013, Unifortunart 2014( Curatore Augusto Ozzella), Per Appiam 2016,2017
Ha esposto presso Eataly Roma nell’ nell’evento Foodish Ceramics 2015.
Ha partecipato ad Affordable Art Fair 2015 a Milano, con Independent Artists Gallery.
Ha realizzato le scenografie per l’opera di Mozart “Così fan tutte” nella stagione estiva 2015 del Tuscia Opera Festival di Viterbo.
Hanno scritto di lui Ilario Luperini, Francesco Giulio Farachi, Massimo Rossi Ruben, Sveva Manfredi Zavaglia, Nilla Zaira D’urso, Pierluigi Manieri, Valeria Arnaldi, Domenico Iaracà, Lorenzo Fiorucci, l’Assessorato alla Cultura di Pietrasanta.
Selezionato da Keramos per la mostra itinerante “Cube”, a Faenza( MIC) all'interno della Biennale Argillà , Torgiano Museo della Ceramica e Roma, settembre-
novembre 2016 e Torino 2017, e per "Ceramica in circolo" 2018, Faenza Argillà, Bassano (Lampi Creativi), Milano Spazio Nibe
"Svolgo la mia ricerca artistica attraverso l’uso principale della ceramica, contaminata spesso da altri materiali ( ferro, rame, corde). Le superfici degli elementi tridimensionali che realizzo mi servono per un uso “narrativo”, come pagine su cui scrivere o disegnare le immagini che emergono stratificate dalla mia interiorità, dal passato, dall’osservazione dei luoghi in cui viviamo,( per esempio le città in cui lasciamo i nostri segni, le nostre impronte), dall’osservazione delle architetture che nel tempo si sommano e intersecano tra loro. I segni che utilizzo si ripetono sempre uguali in infinite combinazioni, come lettere di un linguaggio nascosto,esoterico, come numeri di formule.
Ritengo fondamentale, nel dar corso alla mia creatività, l’etica del lavoro, ovvero la dedizione alla creazione manuale e personale di ciò che realizzo, il gusto della composizione e dell’equilibrio formale, il senso e il valore estetico dei miei lavori, la loro capacità di emanare calore interiore. Mi ritengo scultore più che ceramista, ciò che creo raramente è assimilabile alle arti applicate, e la materia che utilizzo, l’argilla, la intendo nella sua forma archetipica di materia primordiale, che è già contenuto e non contenitore"