Il Garage Museum di Mosca, che festeggia i suoi primi 10 anni, propone una grande mostra del fotografo tedesco Juergen Teller: un progetto tra l’arte e il tifo calcistico.
«Amo il calcio, giocarlo, guardarlo, e la mostra è proprio su questo», dichiara il fotografo tedesco, fanatico di calcio, Juergen Teller. Semplice in teoria, proprio come il gioco. Ma la mostra di Teller al Garage Museum of Contemporary Art, intitolata «Zittern auf dem Sofa» (tremando sul divano), non lo sarà altrettanto.
Apre una settimana prima dell’inizio dei Mondiali di calcio 2018 nel vicino Luzhniki Stadium, e la principale installazione della mostra sarà strettamente legata al successo o al fallimento della nazionale tedesca. In quello che la capocuratrice del museo Kate Fowle descrive come «la migliore opera mai fatta da Teller», l’artista ha allestito sette schermi, il numero potenziale di partite che la Germania dovrà giocare per arrivare in finale, che trasmetteranno filmati di lui mentre guarda le partite con parenti e amici, con l’inevitabile euforia o agitazione che ne consegue. Se la nazionale sarà eliminata nelle prime fasi, gli schermi successivi saranno distrutti come se i Mondiali non esistessero più. Ma se «vincono ci sarà una totale cacofonia», dice Fowle.
L’opera di Teller unisce la fotografia commerciale e quella artistica. Ma oltre ai suoi celebri scatti di moda, è semplicemente un fan del calcio, con tutta l’irrazionalità di questa passione. Nella mostra, che presenta vent’anni di lavori legati al calcio, l’ossessione dell’artista è esemplificata nelle foto in stile «stalker» dell’allora allenatore del Bayern di Monaco Guardiola.
La mostra, aperta fino al 19 agosto, coincide con il decimo anniversario del Garage Museum. Ma i festeggiamenti passeranno in secondo piano con il calcio di inizio.
José da Silva, da Il Giornale dell'Arte numero 387, giugno 2018
Apre una settimana prima dell’inizio dei Mondiali di calcio 2018 nel vicino Luzhniki Stadium, e la principale installazione della mostra sarà strettamente legata al successo o al fallimento della nazionale tedesca. In quello che la capocuratrice del museo Kate Fowle descrive come «la migliore opera mai fatta da Teller», l’artista ha allestito sette schermi, il numero potenziale di partite che la Germania dovrà giocare per arrivare in finale, che trasmetteranno filmati di lui mentre guarda le partite con parenti e amici, con l’inevitabile euforia o agitazione che ne consegue. Se la nazionale sarà eliminata nelle prime fasi, gli schermi successivi saranno distrutti come se i Mondiali non esistessero più. Ma se «vincono ci sarà una totale cacofonia», dice Fowle.
L’opera di Teller unisce la fotografia commerciale e quella artistica. Ma oltre ai suoi celebri scatti di moda, è semplicemente un fan del calcio, con tutta l’irrazionalità di questa passione. Nella mostra, che presenta vent’anni di lavori legati al calcio, l’ossessione dell’artista è esemplificata nelle foto in stile «stalker» dell’allora allenatore del Bayern di Monaco Guardiola.
La mostra, aperta fino al 19 agosto, coincide con il decimo anniversario del Garage Museum. Ma i festeggiamenti passeranno in secondo piano con il calcio di inizio.
José da Silva, da Il Giornale dell'Arte numero 387, giugno 2018
luogo: Garage Museum Mosca