VI È MAI CAPITATO DI RITROVARVI DENTRO UNA TENDA DA CIRCO, VESTITA COME UN’EROINA DI TIM BURTON? IL MIO VIAGGIO NEL FAVOLOSO MONDO DI LORENZO MASTROIANNI
La notte impone a noi la sua fatica magica. Disfare l’universo, le ramificazioni senza fine di effetti e di cause che si perdono in quell’abisso senza fondo, il tempo. (Jorge Louis Borges)
Qualche settimana fa mi è capitato di trasformarmi (con sommo gaudio NdR) in una figura femminile timburtoniana, decadente e steampunk, grazie alla magia di Lorenzo Mastroianni: creatore di un mondo onirico molto vicino al mio. Ma chi è costui? Un fotografo? Un performer? Uno scultore? Un pittore? Un sarto? Un saltimbanco?
L. M: Un po’ tutto, principalmente fotografo. Però, per sviluppare una ricerca artistica e uno stile personale ben riconoscibile, ho contaminato il mio lavoro fotografico con altre “situazioni” che mi hanno sempre attratto, cercando di fonderle in un unico progetto. Oltre a fotografare, infatti, amo creare personalmente tutte le scenografie, i costumi, le installazioni i trucchi, i gadget che indossano le mie modelle e le luci sul set. Credo sia molto importante essere completi e non limitarsi alla ricerca di un solo aspetto del proprio lavoro. Non si può delegare ad altri ciò che si può creare da soli.
Caro “tuttologo”, ci vuoi parlare del “Blink Circus”, bellissimo delirio in cui mi hai cooptata J ?
L.M: Il progetto “Blink Circus” nasce come mostra fotografica e diventa uno spettacolo d’intrattenimento, facendo l’occhiolino al mondo del teatro. L’idea nasce qualche anno fa, nel tentativo di realizzare una mostra itinerante ispirata ai vecchi circhi e agli spettacoli itineranti dei primi del ‘900. L’esigenza era quella di uscire dai soliti circuiti delle gallerie d’arte e portare nelle strade e nelle piazze la mostra, all’interno di un piccolo tendone da circo di 7x5m. Così ho fatto. Ed è nato il “Blink Circus”: all’interno, ci sono 8 installazioni (create con i materiali utilizzati per le scenografie delle foto) che accolgono i progetti fotografici in miniatura, visibili solo con lenti d’ingrandimento consegnate all’ingresso del tendone, dove facciamo entrare solo 10 persone per volta. Fortunatamente, l’idea ha riscosso un buon successo e, ad oggi, contiamo partecipazioni in più di 250 Festival di teatro, arte di strada e arte contemporanea, in Italia e all’estero.
Il tuo ultimo lavoro è ispirato nientemeno che a Hieronymus Bosch. Come e dove si concretizzerà?
L.M. Ancora è in fase embrionale, tuttavia prevede un’altra installazione, anzi un trittico di installazioni-stanze dedicato al “Giardino delle Delizie”. IL primo lavoro fotografico è ispirato alla pala dell’inferno musicale, mentre gli altri due verranno prodotti nel giro di un anno sotto forma di video installazione e con attori reali, lavorando su costumi-maschere raffiguranti alcuni “mostri” contenuti nell’opera del maestro fiammingo.
Torniamo A questi FAVOLOSI mondi che costruisci…
L.M. Ho sempre amato il vittoriano, il gotico, le atmosfere circensi e felliniane. Ma anche il regista contemporaneo Tim Burton che resta l’elemento di riferimento, soprattutto di alcuni lavori. E poi i fotografi Jan Saudek, Witkin, Diane Arbus…
Siamo quello che facciamo Lorenzo. Tu sei un creatore di dimensioni parallele che scompaginano questa realtà. Cosa vogliono dirci?
L.M. E’ semplicemente un racconto della mia vita, del tempo che viviamo, di ciò che vorremmo essere, siamo o siamo stati. E’ una fiaba gotica di un mondo immaginario, costruita attraverso una ricerca del simbolismo molto forte. Oggetti e colori che riconducono a parole, significati e messaggi subliminali. Ogni immagine è la pagina di un libro, di cui ogni progetto è soltanto un capitolo…
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